I cambiamenti climatici, e non solo, mettono a rischio la produzione di miele e il ruolo fondamentale delle api nell’agricoltura
Sempre secondo i recenti dati FAO, contenuti nel primo rapporto mondiale sullo Stato della biodiversità mondiale per l'alimentazione e l'agricoltura, anche la biodiversità alimentare e agricola stanno scomparendo: di 6.000 specie di 4 piante coltivate per cibo, sono 200 quelle che contribuiscono alla maggior parte della produzione globale. La produzione mondiale di bestiame si basa su circa 40 specie animali, di cui solo una piccola parte fornisce la maggioranza di carne, latte e uova. Su 7.745, razze definite locali tra quelle allevate, il 26% è a rischio estinzione.
I cambiamenti climatici, l’impiego di molecole chimiche di sintesi (neonicotinoidi), metodi di agricoltura intensiva, modifiche dell’uso e nella gestione del suolo incidono in modo visibile sulla sopravvivenza delle api. Ad esempio i cambiamenti climatici provocano modifiche al calendario delle fioriture di piante che le api visitano per produrre il miele e tutti gli altri prodotti dell’alveare, rischiando di non supportare la loro alimentazione e quella nostra. L’impiego di alcune sostanze chimiche di sintesi nocive per la loro sopravvivenza e metodi di produzione intensivi semplificano e indeboliscono gli habitat naturali riducendo di conseguenza la disponibilità di piante per la vita degli insetti.
Il rischio di estinzione e la perdita di colonie di api comporta la riduzione della produzione dei mieli con perdite derivanti dalla contrazione del mercato e elevati costi ambientali. I danni infatti sono da registrarsi anche su fiori e piante che, non essendo più impollinati, sono destinati a scomparire. Il tutto comportando un effetto boomerang sulla conservazione della biodiversità dei territori e sulla disponibilità di varietà di alimenti. È evidente, dunque, quanto possa essere essenziale l’attività di impollinazione che contribuisce, secondo alcuni studi della Fao, all’incremento della produttività media agricola del 24%. Per molte colture infatti il contributo al settore agricolo delle api mellifere è ben superiore al valore economico dei prodotti apistici.
Azioni di tutela per le api non sono più procrastinabili, a partire dall’eliminazione dei principi attivi nocivi, come ormai numerosi studi mettono in evidenza, la diffusione dell’applicazione di criteri di produzione agroecologici orientati all’agricoltura biologica e l’adozione di un Piano d’azione per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari che, ad oggi in fase di revisione, sia orientato alla tutela della biodiversità definendo obiettivi quantitativi di riduzione dell’uso dei pesticidi e dei rischi per la salute dell’uomo e degli altri esseri viventi in ambito agricolo, rurale e cittadino. Siepi, prati fioriti e altri habitat naturali sono rifugio per le api e luogo ideale dove possono rifocillarsi in campagna e in città. A questo riguardo, nella vita di tutti i giorni, possiamo compiere scelte orientate alla tutela delle api, realizzando ad esempio dei piccoli spazi verdi (piccoli orti urbani, giardini, coltivando sul balcone o davanzali piante nettarifere) dove le api possano vivere e garantire l’impollinazione delle altre piante, evitando l’impiego di insetticidi, fungicidi ed erbicidi nocivi per gli insetti impollinatori.
Il nostro futuro è indissolubilmente legato a quello delle api. Salviamole!
http://www.fao.org/news/story/it/item/1181477/icode/
https://www.legambiente.it/wp-content/uploads/Dossier-biodiversit%C3%A0-a-rischio-2019.pdf
https://www.lanuovaecologia.it/il-20-maggio-e-la-giornata-internazionale-delle-api/