Una volta superata la fase acuta dell’emergenza, dovuta alla diffusione globale del virus Covid-19, si dovrà intervenire per rafforzare e diffondere sistemi produttivi e reti di trasporto sostenibili dal punto di vista economico, ambientale e sociale.
La riduzione del traffico veicolare e delle attività produttive conseguenti all’adozione delle misure di contenimento per contrastare la diffusione del virus Covid-19 ha determinato una forte diminuzione dell’inquinamento atmosferico nelle grandi città e in particolare nella Pianura Padana, uno dei principali siti produttivi dell’Europa e al contempo tra i più inquinati.
Gli studi sulla riduzione dell'inquinamento
La generale adozione di misure restrittive negli spostamenti individuali, imposta nel nostro Paese nei mesi di marzo e aprile, ha comportato una riduzione marcata nell'utilizzo dei mezzi di trasporto. La conseguenza positiva di questa situazione è stata una rilevante riduzione delle emissioni e delle concentrazioni di sostanze inquinanti nell’atmosfera, in particolare biossido di azoto (NO2), gas climalterante rilasciato soprattutto dagli scarichi veicolari.
La riduzione nelle emissioni di questo gas in alcune città ha raggiunto valori percentuali fino al 50%, come mostrato dai dati diffusi dall'Agenzia europea dell'ambiente (AEA), frutto di monitoraggi effettuati ogni ora in 3.000 località europee.
Questi risultati sono stati anche condivisi dal team di esperti del Sistema nazionale di protezione ambientale (SNPA). Il gruppo - grazie allo sviluppo di una nuova piattaforma in grado di integrare ed elaborare i dati forniti dal Programma europeo Copernicus e da sistemi modellistici con quelli raccolti sul territorio dalle Agenzie per la protezione dell’ambiente delle regioni e province autonome (ARPA e APPA) - ha stimato una diminuzione dell’inquinamento da biossido di azoto dell’ordine del 50% nella Pianura Padana.
L'importanza di un ambiente sano
Saranno necessari ulteriori approfondimenti, ma lo studio permette già di rimarcare il ruolo della biodiversità ambientale per la tutela della nostra salute e la funzione regolatrice della resilienza di un ecosistema nel rispondere efficacemente all’effetto delle perturbazioni esterne alle quali viene sottoposto e a ritornare in una situazione di equilibrio.
E' questa una riflessione ancor più urgente se si considera che secondo il Comitato internazionale e intergovernativo scienza-politica (Ipbe) che opera per conto dell’Onu, il 75% dell’ambiente terrestre e circa il 66% di quello marino sono stati modificati in modo significativo dall’azione dell’uomo e sono a rischio di estinzione circa 1 milione di specie animali e vegetali; una "fetta" di diversità tanto grande non era mai stata messa a rischio prima d’ora.
Le leggi dell’Ecologia
L'Agenzia europea dell’ambiente ci tiene a precisare alcuni aspetti: è probabile (ma non del tutto dimostrato) che la continua esposizione ad un ambiente inquinato possa peggiorare il quadro clinico di chi ha contratto il virus. La riduzione dell’inquinamento rischia di rimanere un fenomeno isolato se, una volta terminata questa emergenza sanitaria mondiale, i governi e i principali investitori privati non interverranno per incentivare sistemi produttivi e mobilità sostenibili.
A sottolineare l’importanza di questo approccio, basterebbe fare riferimento alle quattro fondamentali leggi dell’Ecologia, enunciate dal biologo Barry Commoner, considerato uno dei padri del moderno movimento ambientalista.
1. La legge dell'interdipendenza (Everything is Connected to Everything Else): dimostra come tutte le specie siano in un rapporto di interdipendenza tra loro. Ciò che influenza un organismo vivente ha effetto a cascata su tutti gli altri esseri viventi.
2. Ogni cosa deve finire da qualche parte (Everything Must Go Somewhere): la natura non contempla il rifiuto. I cicli vitali permettono il recupero degli elementi chimici che circolano tra l’ambiente e gli organismi viventi.
3. La natura è l'unica a sapere il fatto suo (Nature Knows Best): tutti i grandi cambiamenti apportati dall’uomo in un ambiente naturale rischiano di essere dannosi per il sistema stesso. L’assenza di una particolare sostanza nella natura è spesso il segno della sua incompatibilità con la chimica della vita.
4. La legge delle risorse limitate (There Is No Such Thing as a Free Lunch): è questo un monito per i nostri comportamenti e ci ricorda che ogni cosa che viene asportata dall’ambiente ha un suo costo e deve essere adeguatamente rimpiazzata.
Pertanto non deve sembrare anacronistico pensare che, una volta superata l'emergenza dovuta alla diffusione globale del virus, ci si dovrà attivare per sostenere politiche volte a ridurre le emissioni inquinanti in atmosfera ed il riscaldamento globale che ne consegue, mediante lo sviluppo di sistemi produttivi e reti di trasporto sostenibili dal punto di vista economico, ambientale e sociale. In conclusione, è doveroso impegnarsi per sostenere il passaggio ad attività produttive più rispettose dell'ambiente e del clima, tenendo a mente le quattro leggi essenziali dell'ecologia.