Indispensabili per i nostri ecosistemi, comunicatrici per eccellenza, le api sono tra gli insetti sociali per antonomasia. Il 20 maggio 2020 si celebra la quarta giornata mondiale delle api, un’occasione importante per ricordare alcuni dei servizi ecosistemici offerti da questi preziosissimi insetti.
Siamo tutti importanti e indispensabili. Sul riadattamento di questo principio, si potrebbe fondare il funzionamento della comunità di api, la cui organizzazione tiene conto delle competenze e dei ruoli specifici nell’arnia e nell’ambiente, dove, la loro attività è una garanzia di equilibrio per l’intero ecosistema. Le api sono indispensabili per la vita della maggior parte delle piante, spontanee o domestiche: l’87% delle piante (parliamo di quelle a seme protetto, dette anche Angiosperme) si sono evolute con le api e altri insetti impollinatori. Le api rivestono un ruolo insostituibile nel mantenimento della biodiversità negli ecosistemi e, in questo senso, sono i migliori amici e alleati dell’uomo. L’impollinazione consente in primis all’agricoltore di ottenere produzioni migliori, oltre a tutti quei prodotti prelibati che sono noti. Dunque, senza le api ci sarebbe preclusa la possibilità di gustare frutta, ortaggi, cereali che acquistiamo quotidianamente sui banchi alimentari.
L’ape è un indicatore di qualità ambientale. La conservazione del patrimonio apistico è un obiettivo cruciale per preservare la salute degli ecosistemi e la qualità dei prodotti alimentari. Ciononostante, negli anni l’uso indiscriminato di insetticidi ad ampio spettro d’azione, alcuni dei quali ora banditi (come i neonicotinoidi per la concia delle sementi), ha determinato una forte contrazione nelle popolazioni di api, sia allevate sia selvatiche.
E’ bene ricordare che solo l’adozione di sistemi di coltivazione e produzione sostenibili in ambito agricolo, caratterizzati dal mantenimento di una maggiore complessità nel patrimonio vegetale e da tecniche di difesa delle piante a basso impatto ambientale, può tutelarne e valorizzarne le funzioni. Per garantirne la sopravvivenza occorre offrire una vasta scelta di fiori e specie vegetali, corridoi ecologici, con fonti di nutrimento per tutto l’anno attraverso le fioriture scalari nel corso delle stagioni. A questo riguardo, l’agroecologia e l’adozione delle rotazioni colturali sono sicuramente tecniche produttive da tenere in considerazione per le nostre amiche api, poiché forniscono una diversità di ambienti e fioriture.
Le leguminose, come l’erba medica, il trifoglio e il favino sono piante che presentano fiori molto attrattivi per le api, ma lo sono anche le essenze officinali - la lavanda, la salvia, il rosmarino e il finocchio - che sono lavorate dall’uomo per la produzione di infusi e tisane.
La laboriosità delle api si declina in modo assai gradito al palato mediante la produzione di miele, propoli e pappa reale. I mieli possono essere monofloreali o millefiori, sulla base di come sono stati ottenuti da parte delle api. Il miele Le Stagioni d’Italia è un miele che proviene prevalentemente da goccioline di nettare di un’unica fioritura vegetale è monofloreale, mentre un millefiori è il risultato della raccolta ed elaborazione di nettari provenienti da diverse specie vegetali.
In un barattolo di miele c’è la storia di un’arnia, quindi di una comunità, strettamente connessa alle specificità di un territorio e ai suoi agricoltori. Rappresenta un alimento utilizzato dall’uomo da millenni, che sublima la ricchezza in biodiversità di un territorio.