Economia circolare e agricoltura innovativa
L’economia circolare applicata all’agricoltura è un percorso in costante evoluzione. Dal riuso degli scarti organici di produzione a scopi energetici, messi al servizio della stessa azienda o del territorio o di altri processi produttivi, al riutilizzo dei residui di lavorazioni per generare nuovi prodotti, come i biomateriali e bioprodotti ottenuti dall’utilizzo di parti della biomassa di colture dedicate, ma anche di erbe spontanee al fine di sostituire materiali di origine petrolchimica con materie prime rinnovabili, biodegradabili e a bassa tossicità per l’uomo e per l’ambiente. È il caso di prodotti cosmetici, detergenti, biopolimeri, fibre, colori, fertilizzanti naturali, biofumiganti già disponibili e frutto di importanti progetti di ricerca e innovazione. Tutti prodotti che pian piano si inseriscono nella vita quotidiana migliorando l’impronta ecologica delle persone e contribuendo a rendere i cittadini più attenti all’ambiente e alla qualità di vita.
Dal mondo agricolo arriva soprattutto la disponibilità di materie prime naturali, come gli scarti alimentari o di colture, ripensati come materie rinnovabile (compost) in sostituzione di quelle minerali. L’utilizzo di scarti agricoli per produrre ammendanti naturali permette ad esempio di ridurre le emissioni di Co2 derivanti dalla produzione di fertilizzanti minerali, come pure di produrre combustibili da fonti rinnovabili con un vantaggio sul piano ambientale nella lotta dei cambiamenti climatici e sul piano economico per il guadagno derivante dall’autoproduzione di fertilizzanti.
E ancora, la produzione di biogas e concimi organici capaci di mantenere la struttura dei suoli combattendo la desertificazione, è un’altra prospettiva d’investimento importante per restituire al terreno il suo ciclo naturale e ripristinare la fertilità dei terreni agricoli. Recuperare gli elementi nutritivi naturali del suolo, asportati dai raccolti e scartati nelle successive fasi di utilizzo, permette infatti vantaggi economici per l’azienda, che risulta in grado di ridurre il ricorso a risorse esterne (fertilizzazione chimica) e preservare la fertilità del terreno tutelando la ricca biodiversità.
Sono diverse le innovazioni di prodotto già ampiamente diffuse nella filiera agroalimentare. Ne sono esempi le bioplastiche compostabili in sostituzione delle plastiche non biodegradabili dei tradizionali imballaggi alimentari piuttosto che i concimi naturali al posto di quelli chimici e ancora i materiali ecosostenibili per il diserbo in sostituzione di quelli ritenuti più inquinanti.